STORIA DELL'ORGANO
Possiamo dire che la musica organistica è l'immagine della tecnica organaria e viceversa. Questo perchè, se da una parte i musicisti creavano musiche adatte agli strumenti di cui disponevano, gli organari adattavano ed evolvevano i loro strumenti seguendo i vari stili e le varie mode musicali; questo fa si che, ad esempio, mentre gli organi medioevali e rinascimentali presentavano caratteristiche proprie per un uso quasi esclusivamente liturgico, nel nostro recente ottocento gli organi erano strutturati in modo da poter proporre musica di tipo prevalentemente operistico, così come l'avvento del concertismo organistico ha portato alla creazione di strumenti con caratteristiche foniche e timbriche che talvolta sono andate anche al di là dell'ideale base dello strumento.
E' anche importante considerare che l'organo, dopo cinque secoli di attività 'liturgica', dalla metà dell'ottocento è entrato nelle sale da concerto, il più delle volte trasformando le chiese stesse in sale di concerto, modificando radicalmente la mentalità dei fruitori della musica organistica e dei compositori, che si sono trovati di fronte ad uno strumento dalla doppia personalità che apriva loro prospettive del tutto nuove ed imprevedibili.
Si hanno notizie di organi già fin dall'epoca romana e si sa che l'organo idraulico (la cui pressione d'aria era fornita da un movimento ad acqua) era uno degli strumenti stabilmente utilizzati durante gli spettacoli al Colosseo; i primi veri organi, specificatamente intesi nell'accezione attuale del termine, risalgono però al Medioevo, e possono essere considerati il nucleo base da cui si è sviluppato questo strumento.
Come dice il nome stesso, questi organi si 'portavano', cioè erano agevolmente trasportabili da una persona. I modelli più antichi consistevano in una cassetta in legno di modeste dimensioni che funzionava come somiere; sopra di essa erano praticati i fori in cui erano infilate le canne mentre una serie di bottoni fuoriusciva da un lato; sul fianco era applicato un manticetto che forniva l'aria. Tutto questo veniva trasportato a tracolla dal suonatore, che con una mano azionava il mantice e con l'altra premeva i bottoni. Nella maggior parte dei casi le canne non erano ad anima, bensì ad ancia, talvolta munite di una corta tuba (da cui derivano i registri della famiglia dei 'Regali').
Tecnicamente parlando, erano strumenti rudimentali che si presume venissero utilizzati per accompagnare le esibizioni dei saltimbanchi e dei giocolieri di strada che a quei tempi si trascinavano di piazza in piazza lungo le cupe contrade di un mondo in tumulto.
Gli organi Portativi si evolsero ben presto in 'Positivi'. Le cause di questa evoluzione sono duplici: da un lato l'ingresso dell'organo nelle chiese quale strumento liturgico, dall'altro l'evoluzione intrinseca dello strumento. Si cominciò ben presto, infatti, a munire i portativi di più file di canne e degli adeguati dispositivi per farle suonare separatamente e gli organi cominciarono a non essere più tanto piccoli da poter essere portati a tracolla. Questi strumenti, che potevano, comunque, essere smontati e trasportati, per essere suonati dovevano essere 'posati' da qualche parte, per questo motivo presero il nome di 'Positivi'. Circa il metodo per fare suonare separatamente tra loro le varie file di canne, abbiamo qui l'invenzione del primo somiere moderno della storia dell'organo, che presentava la caratteristica di essere diviso, al suo interno, in tanti canali quante erano le file di canne. Questo somiere si chiama 'Somiere a canali per registro'; in seguito si è poi inventato il 'Somiere a canali per tasto', che, pur presentando un'impostazione di lavoro opposta, produce gli stessi effetti. Per poter azionare questi meccanismi di suddivisione, li si collegarono a bottoni che sporgevano lateralmente alle tastiere ed accanto a questi bottoni si scriveva il tipo di canne che essi facevano suonare. E' questo il primo esempio di Comando di Registri.
Si può dire che l' evoluzione tecnica e fonica dell'organo inizia con i Positivi. Una volta, infatti, trovato il modo di fare suonare separatamente le varie file di canne, queste si moltiplicano a dismisura sui somieri e tutto l'insieme degli strumenti si fa sofisticato. Si arriva ad avere anche setto od otto file di canne e se in precedenza queste file erano composte da poche canne (non più di una quindicina), adesso il numero aumenta (fino a circa quaranta) e le tastiere non sono più rudimentali file di bottoni, bensì vere e proprie serie di tasti ben strutturate per essere agevolmente suonate.
Anche sotto il punto di vista delle timbriche abbiamo una netta evoluzione: si passa dai Regali alle canne ad anima, con registri di tipo 'Principale' e di tipo 'Flauto' ed anche qualche mutazione semplice (la Quinta) e se prima i registri erano di base piccola (2 o 3 piedi), adesso abbiamo registri di 4, 6 ed anche 8 piedi.
Tutto questo è contemporaneamente causa ed effetto dell'avvento della polifonia strumentale, che per diversi secoli condizionerà l'evoluzione dell'organo e della musica organistica.
Per arrivare al prototipo completo dell'organo manca solo la pedaliera che, in Italia, fa la sua apparizione verso la metà del 1300. L'introduzione della pedaliera deriva dalla necessità, da parte degli organisti del tempo, di poter tenere note lunghe nella parte bassa della tastiera (il cosidetto 'bordone') mentre nella parte alta si svolgeva la polifonia. Poichè questo non poteva essere fatto con le mani, impegnate a svolgere le altre voci, si pensò di collegare ai primi tasti della tastiera dei 'tasti' più grandi, da azionarsi con i piedi. Ecco quindi che nella parte bassa dei mobili degli organi apparvero grandi bottoni, che erano collegati con cordicelle ai primi tasti delle tastiere; premendoli con i piedi si azionavano i corrispondenti tasti della tastiera. Queste furono le prime pedaliere, di solito composte da non più di cinque, sei tasti.
L'ultimo passo nell'evoluzione dei Positivi fu il dotare le pedaliere di registri propri. Questo si ottenne sistemando le canne che dovevano essere azionate dai pedali su di un somiere separato da quello della tastiera, dotandolo, ovviamente, dei meccanismi per la divisione dei registri.
In questo tipo di strumento sono ormai presenti tutti gli elementi che ne fanno il prototipo dell'organo, lo strumento che nei secoli, attraverso innumerevoli e diversificate evoluzioni, arriverà fino a noi.
Nei tre secoli che intercorrono tra l'inizio del 1500 e la fine del 1700 tante e tali furono le innovazioni in campo organario che è molto difficile trattarle tutte in modo soddisfacente. L'unica cosa che rimase uguale, come principio di funzionamento, fu il tipo di trasmissione: meccanica.
L'evento tecnico che fornì la possibilità di effettuare il salto qualitativo che da tempo si prospettava fu l'invenzione, da parte di Barker, della leva pneumatica.
Tale dispositivo serviva per utilizzare la forza dell'aria compressa per azionare meccanismi per il cui funzionamento si sarebbe dovuta impiegare una notevole forza meccanica. Questo dispositivo si rivelò particolarmente utile per sostituire il vecchio tipo di trasmissione meccanica con un nuovo metodo, chiamato 'Trazione Pneumatica', che eliminava tutte le catenacciature, sostituendole con una serie di tubicini e piccoli mantici che provvedevano a trasmettere il movimento delle dita sui tasti alle valcole delle canne senza dover utilizzare parti in movimento intermedie; a questo punto venivano superati due ostacoli fino ad allora insormontabili: la durezza delle tastiere quando dovevano azionare un grande numero di registri suonanti contemporaneamente ed i limiti di estensione della lunghezza della catenacciatura, oltre i quali l'organo non poteva più funzionare.
Anche se apparentemente complesso, questo sistema trasmissivo si rivelò ben presto la chiave di volta per l'evoluzione dell'organo da classico a sinfonico. In effetti potevano essere utilizzate tubazioni di lunghezza anche notevole senza che si verificassero ritardi di funzionamento apprezzabili e lo sforzo delle dita sulle tastiere era sempre e solo quello di azionare una piccola valvola.
Questo sistema fu applicato sia alle tastiere che ai comandi dei registri e questo portò alla costruzione di organi molto grandi, in cui quattro e cinque tastiere potevano essere agevolmente utilizzate ed i cui corpi d'organo potevano essere situati anche a diverse decine di metri di distanza dall'organista. Le tastiere rimanevano morbide ed agili anche con tutti i registri inseriti e si poterono moltiplicare quei dispositivi di combinazione che in precedenza erano presenti in misura molto ridotta. Tra questi sistemi divenne universale la 'Combinazione Libera', che consisteva nella possibilità, premendo un solo pulsante, di modificare le combinazioni dei registri su tutte le tastiere e sulla pedaliera contemporaneamente. Su alcuni grandi strumenti si installarono più combinazioni libere (si arrivò ad averne anche sei), il che permetteva all'organista di avere svariate possibilità di cambiamento istantaneo di timbri azionando un solo comando.
A queste innovazioni se ne aggiunsero altre, che riguardavano i somieri ed i vari piccoli meccanismi che rendevano molto affidabile la trasmissione pneumatica. Si perfezionarono i somieri, soprattutto ad opera di organari inglesi, fino a raggiungere un grado di precisione e funzionamento che garantiva tempi di risposta pressochè immediati ed inconvenienti di ridottissima rilevanza. Allo stesso modo, anche i mantici subirono una radicale evoluzione. Si dovettero creare apparati di manticeria separati per alimentare l'organo propriamente detto ed altri per fornire l'aria compressa per il sistema trasmissivo.